I treni ad alta velocità in Spagna sono relativamente recenti ma sono cresciuti in fretta. Come funziona la rete AVE, una delle più sviluppate d’Europa?
Con i suoi 4.900 km di binari dedicati, è la rete di treni ad alta velocità più estesa in Europa, seconda nel mondo solo ai quasi 40mila della Cina. Stiamo parlando dell’alta velocità in Spagna, quella dei treni AVE (Alta Velocidad Española).
Come si è sviluppata l’alta velocità in Spagna? Quali sono i treni AVE che corrono sui binari della penisola iberica? Sono diversi dai TGV francesi o da quelli dell’alta velocità in Italia? Parti con noi per questo viaggio lungo i binari dei treni AVE!
Una storia giovane (e ambiziosa)
La diffusione dell’alta velocità risale ormai a circa 50 anni fa. I Paesi pionieri di questa tecnologia sono stati il Giappone con la Shinkansen (inaugurata nel 1964), l’Italia con la linea Direttissima nel 1977, e la Francia con il TGV del 1981.
Quella dell’alta velocità in Spagna è invece una storia relativamente più recente: i treni AVE sono in servizio dal 1992 con l’inaugurazione della linea Madrid-Siviglia. A parte questa primissima linea veloce, le altre otto tratte principali (più due linee di congiunzione) sono entrate progressivamente in funzione tra il 2003 e il 2015. Altri 1800 km di binari sono in fase di costruzione e verranno integrati entro il 2020.
L’ambizioso obiettivo dei progettisti spagnoli è proprio quello di avere entro la fine della decade un network in grado di collegare i capoluoghi di provincia a Madrid in meno di 3 ore, e a Barcellona in non più di 6 ore di treno.
Standard internazionali, ritardi e integrazioni
Una particolarità dell’alta velocità in Spagna è che usa lo scartamento normale dei binari, ossia una distanza tra i due binari pari a 1435 millimetri, uno standard internazionale.
Questo permette ai treni AVE di operare senza problemi anche sulle linee LGV francesi. È un risultato a cui si è arrivati proprio di recente: la tratta che collega Barcellona, in Spagna, a Perpignan, in Francia lungo la Costa Brava, è entrata in funzione solo nel 2013.
La rete ferroviaria tradizionale spagnola, invece, fu costruita utilizzando il cosiddetto scartamento iberico, uno standard di 1668 mm di distanza, storicamente adottato in Spagna e in Portogallo. Così i treni ad alta velocità AVE non possono spostarsi sul resto della linea spagnola, ed è stato difficile integrare quest’ultima alle reti della confinante Francia.
I treni AVE
Per ovviare all’ostacolo, Renfe, la società di trasporto ferroviario pubblico spagnola che gestisce tutta la linea, ha introdotto dei modelli particolari di treni veloci a scartamento variabile, ossia che possono passare dai binari a scartamento normale a quelli più larghi della linea tradizionale spagnola senza fermarsi e senza interventi tecnici sul carrello.
Questi treni ibridi non riescono, però, a sfruttare al meglio le potenzialità della linea veloce, e raggiungono velocità di “appena” 250 km/h. Gli ibridi non sono ufficialmente classificati come AVE, ma viaggiano con le sigle Alvia e Avant.
I treni AVE “puri”, invece, arrivano a toccare i 310 km orari, e sono di tre tipi:
- Classe 100, un TGV prodotto da Alstom (che fornisce anche gli AGV e i Pendolino della flotta Italo);
- Classe 102, o S-102 “pato”, dal termine che in spagnolo significa “anatra”, a causa della caratteristica punta a forma di becco. Questi sono prodotti da Talgo e Bombardier, e la loro evoluzione più recente porta la sigla S-112;
- Classe 103, della famiglia dei Velaro, un progetto Siemens.
Ora sai proprio tutto sui treni ad alta velocità in Spagna. Conosci perfino il loro soprannome informale: le “anatre”. D’altra parte il termine “ave”, oltre ad essere acronimo di Alta Velocidad Española, in spagnolo significa proprio… volatile. Non a caso, la forma di un uccello con le ali spiegate corona la lettera “v” del logo dei treni veloci spagnoli.